Una violenza all'ambiente lagunare attuata nel corso del ‘900 o un paesaggio industriale che ormai, bene o male, fa parte della storia del lavoro e dello skyline veneziani? In controtendenza rispetto a uno sguardo al negativo, Eva Sambo fa di Porto Marghera quasi un eden archeologico, un luogo della memoria, dove ninfe si bagnano tra canneti, fabbriche, cisterne, ciminiere e petroliere. Visione onirico-bucolica di un’artista veneziana che sa rendere fiabesco un paesaggio di cemento e metallo. Eva Sambo si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia e prosegue la sua formazione ad Atelier Aperto, dove apprende le tecniche incisorie. Ha studiato anche altre espressioni artistiche, in particolare quelle della pittura iconografica cristiana e della decorazione a stucco e marmorino. Al centro del suo lavoro la figura femminile “raccontata” lungo un percorso (anche autobiografico) che attraversa miti, leggende, religioni, memorie ed emozioni. Eva Sambo vive e opera a Mestre (Venezia). Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu Opere esposte fino a Mercoledì 23 Gennaio 2019